domenica 21 dicembre 2008

Il futuro della formazione

Leggendo il blog do Angela mi sono resa conto di quanto sia difficile il futuro del formatore.
Il formatore ha il compito di "accontentare" le esigenze di ogni singola persona alla quale si deve adeguare cercando di progettare un percorso di formazione adatto a lei.
Le esigenze degli individui dipendono da cosa offre la società che è sempre in trasformazione e dove lo scenario dal punto di vista lavorativo è in continua evoluzione.
Il mercato del lavoro è un "mondo" senza certezze e prevedere cosa succederà è assai difficile, ma bisogna comunque soffermarsi su questo per cercare di trovare le tracce per una nuova formazione.

La formazione degli adulti

Leggendo il blog della mia compagna Nadia ho riflettuto su quanto sia importante al giorno d'oggi la formazione continua,infatti è un fenomeno attuale nella nostra società e sempre più in diffusione.
La formazione degli adulti a livello scolastico non è secondo me ancora abbastanza diffusa visti gli innumerevoli problemi che interessano i ragazzi, anche perche molti non ne conoscono l'esistenza. Sarebbe utile e necessario creare degli incentivi che rafforzino questi progetti di formazione nelle scuole così da far prendere maggiormente cosapevolezza dei problemi e trovare delle eventuali ed efficaci soluzioni.
La formazione continua non è comunque presente solo a livello scolastico,si riscontra sempre più spesso la necessità di una formazione che vada oltre la "classica" formazione scolastica anche a livello lavorativo: sono sempre più frequenti richieste da parte delle aziende di corsi di aggiornamento destinati ai propri dipendenti.
Anche se oggi sono sempre più frequenti richieste d'interventi costruiti ad hoc per la formazione a domanda individuale.
Credo che la formazione continua sia un diritto del lavoratore, mirata alla crescita complessiva a livello professionale, ma anche personale.

martedì 16 dicembre 2008

la legge 236

La Legge 236/1993

E' la legge che regola il sistema nazionale di formazione continua.
Prevede che il Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale, le Regioni e le Province autonome possano contribuire al finanziamento di:
- interventi di formazione continua, di aggiornamento o riqualificazione, per operatori della formazione professionale- interventi di formazione continua a lavoratori occupati in aziende beneficiarie dell'intervento straordinario di integrazione salariale- interventi di riqualificazione o aggiornamento professionali per dipendenti da aziende che contribuiscano in misura non inferiore al 20 per cento del costo delle attività, nonché interventi di formazione professionale destinati ai lavoratori iscritti nelle liste di mobilità, formulate congiuntamente da imprese e gruppi di imprese e dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori, anche a livello aziendale. Nei casi di crisi di settore, i contributi finanziari possono essere erogati direttamente dal Ministero del Lavoro, d'intesa con le Regioni.
E' anche possibile, da parte delle imprese, finanziare percorsi di formazione individuale per singoli dipendenti (Circolari 37/1998, 139/1998 e 51/1999).
Recentemente, l'art. 118 della legge 388/2000 (come modificato dall'art. 48 della L. 289/2002), ha previsto l'istituzione di Fondi paritetici interprofessionali nazionali, costituiti attraverso accordi interconfederali, stipulati tra le organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative sul piano nazionale, allo scopo di favorire lo sviluppo della formazione professionale continua.
La legge dispone la possibilità di costituire Fondi per la formazione continua nei settori economici dell'industria, dell'agricoltura, del terziario e dell'artigianato ed in altri settori, al fine di promuoverne lo sviluppo, in un'ottica di competitività delle imprese e di garanzia di occupabilità per i lavoratori. E' inoltre possibile istituire Fondi per i dirigenti mediante accordi stipulati dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei dirigenti, oppure come apposita sezione all'interno dei fondi interprofessionali nazionali.
Lo scopo dei Fondi è il finanziamento di piani formativi aziendali ed individuali, territoriali o settoriali concordati tra le parti sociali. I datori di lavoro che aderiscono ai Fondi effettuano il versamento del contributo integrativo, di cui all'articolo 25 della L. 845/1978, all'Inps, che provvede a trasferirlo al Fondo indicato dal datore di lavoro.
L'attivazione dei Fondi, quali "soggetti giuridici di natura associativa", è subordinata al rilascio di autorizzazione da parte del Ministero del Lavoro, che esercita, inoltre, la vigilanza ed il monitoraggio sulla loro gestione.

domenica 14 dicembre 2008

la formazione permanente


La formazione permanente: introduzione

Se un tempo era usuale tenere separati il momento dell'apprendimento e della formazione da quello del lavoro come momenti distinti della vita dell'individuo, oggi questo si verifica sempre più raramente. Difficilmente è possibile vivere per più di qualche anno dell'eredità che la scuola lascia in termini di preparazione professionale. Da qui l'esigenza di continuare a imparare anche durante la vita lavorativa. I tempi dell'apprendere e del lavorare non possono più restare separati ma in parte si devono sovrapporre: il tempo del lavoro diventa sempre più anche un tempo di apprendimento di conoscenze e competenze necessarie per mantenersi aggiornati e contribuire sia al proprio sviluppo individuale che a quello dell'azienda in cui si lavora. La formazione permanente, intesa sia come formazione generale che come formazione professionale continua, può svolgersi in un'istituzione preposta oppure direttamente sul luogo di lavoro, durante il tempo libero o in occasione di un'attività sociale o culturale.La formazione permanente supera il rigido schema cronologico della formazione tradizionale e istituzionale, facendo riferimento ad un percorso culturale e professionale dove l'individuo ritrova il gusto dell'apprendimento al di fuori del sistema scolastico tradizionale. Le persone possono infatti avviare un percorso formativo professionalizzante che comincia dall'apprendimento programmato delle conoscenze e competenze di base fornite dalla scuola, ma che continua dopo l'inserimento lavorativo sotto la forma di formazione sul lavoro (affiancamento ad altri, alternanza tra momenti di lavoro e momenti di formazione, corsi di aggiornamento veri e propri). Nel caso di professionalità fuori dal mercato del lavoro, la formazione continua diventa particolarmente importante per la riprofessionalizzazione e la riqualificazione dei lavoratori. Il tema della formazione permanente, che non è una novità di questi ultimi anni, recentemente ha assunto grande rilevanza. Da tempo, infatti, le strategie educative adottate dalle istituzioni riconoscono valore centrale alla concezione della formazione come processo che interessa le persone durante l'intero arco della loro vita (nell'istruzione, nel lavoro, nella vita post-lavoro). Un'accelerazione in questo senso è stata data dall'Unione europea che ha fissato (Consiglio europeo di Lisbona, marzo 2000) un obiettivo strategico molto ambizioso: entro il 2010 l'Europa dovrà diventa il sistema economico basato sulla conoscenza più competitivo al mondo. Allo scopo di monitorare costantemente il grado dei progressi ottenuti, il Consiglio dell'Unione europea ha indicato dei parametri, che per il 2010 dovranno essere soddisfatti pienamente. In sintesi, nel complesso degli Stati membri, i tassi di dispersione scolastica si dovranno dimezzare rispetto a quelli rilevati nel 2000, per arrivare nel 2010 ad un valore medio UE non superiore al 10%. Sempre entro il 2010, dovranno aumentare i laureati in discipline matematiche, tecnologiche e scientifiche e, soprattutto, dovrà essere dimezzata la disparità attuale fra i sessi.L'istruzione secondaria superiore dovrà essere stata completata da una quota non inferiore all'85% della popolazione 22enne. Per quanto attiene alla qualità dell'istruzione ricevuta, gli Stati membri dovranno dimezzare la percentuale di quindicenni con difficoltà nella lettura e nel confrontarsi con nozioni matematiche e scientifiche. Infine, le attività di life long learning entro il 2010 dovranno interessare non meno del 12,5% in media della popolazione 25-64enne dell'intera Unione europea. L'Italia, dunque, è chiamata a sostenere sforzi significativi per centrare gli obiettivi europei. Obiettivi ancora più gravosi su alcuni versanti, visto che il nostro Paese sconta un gap formativo che deriva da un lungo arco di tempo in cui i livelli medi di qualificazione della popolazione erano nettamente inferiori a quelli registrati negli altri Paesi economicamente avanzati. Tale divario, tuttavia, è stato ridotto nell'arco dei trascorsi anni novanta ad un ritmo tale che i tassi di scolarizzazione e successo scolastico, limitatamente alle generazioni più giovani, si stanno allineando a quelli degli altri Paesi evoluti.Le risorse messe a disposizione dal Fondo Sociale Europeo hanno dato un ulteriore slancio alla formazione professionale continua, consentendo alle Regioni di promuovere corsi di formazione gratuiti rivolti sia agli occupati che ai disoccupati, con particolare attenzione alle fasce deboli (immigrati, donne, lavoratori in mobilità, giovani in cerca di prima occupazione ecc...). L'articolo 21 della Legge Regionale sul Mercato del lavoro della Regione Lombardia, riconosce a tutti i lavoratori il diritto alla formazione lungo l'arco della vita quale garanzia sostanziale dell'occupabilità e del reddito dei lavoratori e promuove le condizioni per garantirne l'effettività. La Regione promuove altresì interventi di formazione continua, interventi di formazione volti alla riqualificazione, all'aggiornamento o alla riconversione dei lavoratori.